Oltre 214mila aziende agricole italiane che
insistono nei territori della rete Natura 2000 (15% del totale delle 1.471.185
aziende attive oggi in Italia), diventeranno presìdi per la tutela attiva del
capitale naturale del nostro Paese. È
questo l’impegno assunto oggi con il Protocollo d’Intesa per una “agricoltura
amica della natura” tra Mipaaf e WWF, sottoscritto oggi dal ministro
delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali Maurizio Martina e dalla presidente del WWF Italia, Donatella Bianchi
Il Protocollo
d’Intesa definisce gli ambiti di una collaborazione
per la conservazione della natura nei territori rurali, tra il Ministero delle
Politiche Agricole Alimentari e Forestali che, in coerenza con la Politica
Agricola Comune (PAC), è uno dei principali soggetti istituzionali che investe
nella tutela e gestione della biodiversità a partire dalla Rete Natura 2000, e
il WWF Italia, l’Associazione che sulle politiche attive per conservare e
valorizzare il capitale naturale è leader nel Mondo e nel nostro Paese.
Sono
esattamente 214.535 - per un
totale di 2.731.829 ettari di SAT (Superficie Agricola Totale), corrispondenti
al 16% della SAT nazionale complessiva e di 1.567.808 ettari di SAU (Superficie Agricola
Utilizzata), corrispondenti al 13% della SAU nazionale complessiva - le aziende agricole, distribuite all’interno
dei 2.321 siti della Rete Natura 2000 in Italia, che possono agire in difesa
della natura, utilizzando anche i finanziamenti previsti dal II° Pilastro della
PAC. Di queste: 43.850 (12%) sono localizzate al Nord, 50.353 nel centro Italia
(22%), 82.515 nel sud Italia (13%) e 37.817 nelle
isole maggiori, Sardegna e Sicilia (15%). La Rete Natura 2000 è costituita dai
Siti di Interesse Comunitario (SIC), identificati dagli Stati Membri secondo
quanto stabilito dalla Direttiva 92/43/CEE “Habitat”
e da Zone di Protezione Speciale (ZPS), istituite ai sensi della Direttiva
2009/147/CE "Uccelli" per la conservazione degli uccelli selvatici.
Questo
inedito screening presentato oggi, è il
primo risultato di un confronto tecnico-scientifico ed istituzionale tra il WWF
e gli uffici e le direzioni competenti del Mipaaf, avviato nel 2014 che, anche
grazie alla collaborazione con il Centro di Politiche e Bioeconomia del CREA
(Consiglio per la ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) ed
il Sistema Informativo Agricolo Nazionale dell’Agenzia per le Erogazioni in
Agricoltura (SIN-Agea). Grazie a questo confronto oggi siamo in grado di avere
un quadro di quante sono le
aziende agricole presenti all’interno dei siti della Rete Natura 2000, che
costituisce il principale strumento della politica dell'Unione Europea per la
conservazione della biodiversità.
Il
Protocollo d’Intesa tra Mipaaf e WWF Italia vuole essere,
quindi, un contributo concreto ed operativo a supporto di una agricoltura più
sostenibile, amica della natura, e si pone a questo scopo quattro obiettivi:
1. sviluppare per il periodo di
programmazione 2014-2020 dei fondi PAC una valutazione dei risultati conseguiti
dalle Regioni, attraverso i Programmi per lo Sviluppo Rurale (PSR), per
migliorare la tutela della rete Natura 2000; 2. individuare e promuovere forme
di valorizzazione e riconoscimento delle imprese agricole impegnate in attività
di conservazione e gestione del capitale naturale; 3. favorire la diffusione di
modalità innovative di utilizzo delle misure agro-climatiche-ambientali
presenti nella PAC 2014-2020; 4. monitorare, promuovere e accompagnare i PSR,
identificando le attività più innovative messe in campo dalle Regioni.
“Le prospettive di crescita demografica al
2050 comporteranno una crescente richiesta di cibo. Per sfamare 9 miliardi di
persone, restando entro i limiti di sfruttamento delle risorse del pianeta,
agricoltura e pesca dovranno essere sempre più sostenibili e sani. Sarà
fondamentale quindi replicare modelli virtuosi capaci di coniugare produzione e
rispetto dell’ambiente”. Ha
dichiarato la presidente del WWF Italia Donatella Bianchi durante la cerimonia
della firma del Protocollo di intesa tra il ministero delle Politiche agricole
alimentati e forestali.
“L’Italia vanta già un numero considerevole di
aziende agricole ‘amiche della natura’ dove i coltivatori svolgono l’importante
ruolo di ‘custodi della biodiversità’, la collaborazione con il Mipaaf
rappresenta quindi per noi del WWF, un
passo importante nel complesso processo di tutela attiva della natura, come
richiesto dalle Direttive europee “Habitat” e Uccelli”, naturale evoluzione di
un’attenzione al rapporto tra conservazione della natura e agroecosistemi che
l’Associazione ha avviato sin dal 1966, anno della sua nascita, e concretizzata
nel tempo con l’esperienza di “Terre dell’Oasi”, il primo progetto nazionale di
filiera delle produzioni agricole all’interno dei siti Natura 2000 (promosso
dal WWF Italia insieme alla Società Oasi e Legacoop), e con numerose esperienze
di agricoltura sociale realizzate nelle Oasi, Riserve naturali e Centri di
Educazione Ambientale gestiti dall’Associazione (sono 78 i Siti di Interesse
Comunitario e 44 le Zone di Protezione Speciale della Rete Natura 2000 presenti
nelle 110 Oasi del WWF)”.
Roma, 4 ottobre 2017

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