Gorilla. Il gorilla come tutti i primati
si riproduce molto lentamente, in media ogni 4 anni. Il comportamento della
femmina è spesso provocante, mentre quello del maschio è annoiato. Dopo un
tentativo di corteggiamento che dura 15 minuti la femmina si pone davanti al
maschio e avviene l’accoppiamento. È una delle poche specie che oltre
all’accoppiamento dorso-ventrale, saltuariamente usa anche quello
ventro-ventrale. Per quanto i gorilla siano noti per le grandi dimensioni
questo non si applica agli organi genitali del maschio che sono invece
particolarmente piccoli rispetto alle dimensioni generali dell’animale.
Orsi polari. Per gli orsi polari la stagione
degli amori si svolge tra marzo e giugno. Il maschio è capace di fiutare una
femmina ricettiva a chilometri di distanza. Tra gli enormi e freddi spazi dei
ghiacci artici c’è spazio anche per il “romanticismo”: dopo ore di annusamenti,
strofinamenti, rincorse e capriole avviene l’accoppiamento. Una caratteristica
di questa specie è che l’ovulo fertile s’impianta nell’utero della femmina con
un sostanziale ritardo, a distanza di mesi dall’accoppiamento, generalmente in
autunno. È questo il modo migliore per garantire che i cuccioli nascano al
caldo della tana e si affaccino tra i freddi ghiacci artici quando le
temperature iniziano a salire e il sole brilla sulla superficie della neve. I
piccoli rimarranno con la mamma per circa un anno e mezzo.
Pinguino imperatore. I pinguini
imperatore, per accoppiarsi, devono affrontare una lunghissima marcia - dai 50
ai 120 km - sul ghiaccio e tra tempeste
di neve. È la sola specie di pinguino che si riproduce nel corso dell’inverno
antartico. Una volta giunti nel sito di riproduzione e adempiuto al breve ma
romantico corteggiamento la femmina affida al compagno un grande e delicato
uovo (che può pesare fino a 470 grammi). Subito dopo si rimetterà in marcia per
una lunga assenza, durante la quale raccoglierà (ingurgitandolo) quanto più
cibo possibile. Il maschio dovrà covare
tutto da solo il frutto del loro amore aspettando il ritorno della compagna per
due lunghissimi mesi…il tutto senza poter mangiare ma dovendo sopportare le
temperature (fino a -60°C) e il vento gelido dell’antartico (che può
raggiungere persino i 200 km orari). Solo all’arrivo della madre la famiglia si
ricongiungerà. Per poco, però, perché subito dopo sarà il padre ad allontanarsi
per cercare cibo. L’anno successivo, se la coppia avrà la fortuna di
rincontrarsi, il ciclo si ripeterà identico a sé stesso.
Tigre. Nel periodo degli amori le tigri
si cercano nel folto della foresta o nelle estese savane lanciando profondi
ruggiti e utilizzando le tracce “profumate” lasciate dal partner. Può quindi capitare che più maschi si trovino
a seguire la stessa femmina: in questo caso solo il più forte e il più “convincente”,
quello ovvero che riesce a prevalere sul rivale, avrà il diritto ad accoppiarsi
con la femmina prescelta. Anche in questo caso il rituale del corteggiamento
non viene trascurato: i due compagni si strofinano e si rotolano per terra
rendendo evidenti le proprie intenzioni. Il maschio (proprio come i gatti) si
accoppia ruggendo e mordendo il collo della femmina. L’aspetto interessante è
che il rapporto sessuale può ripetersi per più giorni in quanto svolge un ruolo
cruciale nello stimolare l’ovulazione nella femmina, aspetto fondamentale della
riproduzione.
Leone. Il leone è l’unico felino
sociale, che vive cioè in gruppi di più individui che cooperano tra loro. I
gruppi di leoni sono matriarcali, composti da femmine per lo più imparentate.
Ogni gruppo di femmine è dominato da un maschio adulto. A volte si formano
coalizioni di più maschi che contribuiscono alla difesa del branco e hanno
tutti eguali ‘diritti’ riproduttivi sulle femmine del gruppo. Il corteggiamento
è tipicamente “felino” con la femmina che miagola, facendo le fusa e
rotolandosi a terra, strusciando la testa e il corpo su oggetti e sul muso e il
corpo del maschio, reagendo poi con soffi e zampate quando questo si avvicina.
La caratteristica degli accoppiamenti dei leoni è l’estrema brevità dell’atto
sessuale, l’alta frequenza e soprattutto il fatto che possono avvenire in ogni
momento dell’anno senza limiti di stagioni.
Antechino. L’antechino è un piccolo (e poco
conosciuto) marsupiale che vive in Australia e in Tasmania. La sua esistenza è
talmente breve che tutti i maschi (ma qualche volta anche le femmine) possono
concedersi solo un accoppiamento nell’arco di tutta la vita che quindi può
durare poco più di un anno. L’unica stagione degli amori arriva verso i 12 mesi
di età e dura circa due mesi. In questo breve ma intensissimo periodo
l’antechino si accoppia freneticamente con tutte le femmine disponibili che
incontra nella sua foga amorosa. Fino a quando, devastato da tanta attività
sessuale, non muore, ucciso dall’alta percentuale di testosterone in circolo e
dallo straordinario sforzo fisiologico. Le femmine possono invece vivere 2 o 3
anni.
Pesci pagliaccio. Questi pesci resi famosi dal
cartone animato “Nemo”, hanno nel corso della loro vita la straordinaria
possibilità di cambiare sesso. Generalmente i pesci pagliaccio vivono dentro
una grande attinia che ne ospita un gruppetto costituito da una coppia maschio-
femmina che si riproduce e una serie di altri maschi che non si riproducono. La
gerarchia del gruppo è strettamente collegata alle dimensioni del singolo
individuo: il più grande è sempre la femmina riproduttiva mentre quello subito
più piccolo è il maschio autorizzato a fecondare le uova della femmina. Se la
femmina muore è il maschio più grande (quello che già si riproduceva) a
trasformarsi in femmina e a produrre le uova. Il ruolo del maschio sarà invece
assunto dal più grande tra gli altri pagliacci dello stesso gruppo (sempre però
ben più piccolo della femmina).
Balia nera. Un piccolo uccello
passeriforme, chiamata balia nera, presente anche in Italia soprattutto durante
i periodi migratori, vive la riproduzione in una condizione di vera e propria
infedeltà. Oltre, infatti, ad avere una compagna ufficiale con la quale
condivide le assidue cure dei piccoli, ha molto spesso un’altra compagna meno
ufficiale, con la quale condivide un nido posizionato accuratamente lontano
dagli occhi dalla prima compagna. In questo doppio “menage” il maschio di balia
si stressa e si affatica ma evidentemente acquista un cosiddetto “vantaggio
riproduttivo”: se la covata del primo nido dovesse andare male ha sempre una
seconda famiglia a cui dedicarsi.
Argonauta. L’argonauta è un
affascinante mollusco cefalopode che vive in una conchiglia nelle profondità
marine. Questa specie presenta un notevole dimorfismo: le femmine hanno una
dimensione che si aggira intorno ai 10 cm, mentre i maschi non superano i 2
centimetri. Ancora più strane sono le strategie riproduttive di questa
particolare specie di polpi: i maschi sono dotati di un tentacolo riproduttivo
(dove si sviluppano gli spermatozoi) che al bisogno si può staccare dal corpo e
nuotare verso la femmina. Quando il maschio incontra una femmina che lo aggrada,
le lancia il suo dardo d’amore e ne feconda le uova con un vero e proprio” colpo
di fulmine.